VALCHIRIA I
Da non confondere con l'attuale Valchiria
Vero nome: Brunhilde
Identità/Classe: Extra-dimensionale (Asgardiana)
Affiliazioni: Condottiera di tutte le valchirie; ex componente dei Difensori
Base di operazioni: Asgard; il mondo intero
Occupazione: Avventuriera
Poteri: La fisiologia asgardiana di Brunhilde le conferisce forza e resistenza sovrumane. Inoltre in quanto Valchiria può avvertire un alone di morte intorno a coloro che sono destinati a perire entro breve tempo. Può inoltre passare dalla terra al regno dei morti, portando i caduti con
sé.
Prima di tramandarla all'attuale Valchiria, Brunhilde possedeva una spada magica, Dragonfang, praticamente indistruttibile, e volava su di un cavallo mutato di nome Aragorn.
Storia: Le origini di Brunhilde sono sconosciute così come i suoi genitori. Rivelò di non essere "solo un'asgardiana" e di essere al servizio di qualcosa di più antico di Asgard ma a cosa si riferisse a tutt'oggi
non ci è dato sapere. Brunhilde fu scelta da Odino, monarca degli dei del reame extradimensionale di Asgard,
per guidare le Valchirie, un gruppo di dee guerriere che apparivano sui campi di battaglia e sceglievano i caduti degni di essere condotti nel Valhalla, la terra di chi muore con eroismo, situata nella dimensione di Asgard.
Brunhilde servì valorosamente Asgard con questo compito per secoli.
Secondo l'Occhio senziente senza corpo che una volta apparteneva ad Odino, il
re degli asgardiani una volta diede a suo figlio Thor l'identità del guerriero mortale Sigmund. Alcune circostanze forzarono
però Odino a decidere a malincuore che il guerriero dovesse cadere, ucciso.
Brunhilde, comprendendo che Odino agiva contro i suoi stessi desideri, tentò di proteggere Sigmund, ma Odino stesso fu causa della sua morte.
Brunhilde aiutò quindi a fuggire la fidanzata incinta di Sigmund, di nome Sieglinde. Come punizione per il suo tradimento, Odino tolse a
Brunhilde i suoi poteri divini e l'immortalità, gettandola in uno stato di trance, dal quale fu in seguito risvegliata da Siegfried, figlio dei due innamorati sfortunati,
nonché reincarnazione mortale dello stesso Thor. Brunhilde e Siegfried si innamorarono, ma lui cadde vittima di un'incantesimo che lo spinse a tradirla e venne in seguito ucciso;
Brunhilde, ancora innamorata di lui, si gettò allora sulla pira funebre in fiamme. Odino rese ai due la vita, i poteri divini e i loro ruoli come Thor e Valchiria, rimuovendo però ogni loro ricordo del periodo della loro vita passato sulla terra. Non è però chiaro quanto credito possa realmente attribuirsi a questo racconto dell'Occhio.
Brunhilde e le sue compagne valchirie continuarono a traghettare gli eroi mortali nel Valhalla fino a circa un millennio fa, quando Odino venne costretto ad interrompere ogni interferenza o rapporto con il pianeta Terra a causa di un patto sottoscritto dal Pantheon di tutte le divinità terrestri con gli extraterrestri Celestiali. Da allora le valchirie dovettero scegliere eroi caduti per il Valhalla soltanto tra i guerrieri asgardiani.
Brunhilde rimase amareggiata da questo e lasciò Asgard alla ricerca di qualcosa di per lei maggiormente significativo.
In una taverna del sobborgo di Marmoragard, Brunhilde incontrò poi Amora l'Incantatrice, che le offrì una vita di avventure. Per diverse settimane
Brunhilde accompagnò quindi Amora nelle sue conquiste, rendendosi però presto conto delle inclinazioni immorali di lei, e cercando di conseguenza di mettere fine alla collaborazione. Per tutta risposta, Amora la intrappolò in un cristallo mistico, riducendola in stato di animazione sospesa e facendo della sua anima immortale il suo giocattolo. Per secoli l'Incantatrice usò l'essenza spirituale di
Brunhilde per ottenere i poteri della Valchiria per sé stessa e per le sue pedine di turno, conferendo loro l'aspetto stesso di
Brunhilde. Assunse l'aspetto fisico della Valchiria per la prima volta in anni recenti in un complotto per condurre un gruppo di donne superumane contro gli uomini nei Vendicatori. La sua vera identità venne però scoperta e il piano fallì. Mesi dopo l'Incantatrice conferì i poteri di Valchiria ad una donna influente di nome Samantha Parrington nel tentativo di vendicarsi di Hulk.
Ad un certo punto una donna impazzita a causa della prigionia subita in un'altra dimensione, Barbara Norriss, venne investita del potere e della coscienza di Valchiria da Amora con lo scopo di ottenere aiuto per
sé e per i suoi alleati del momento, il gruppo di superumani noto come i Difensori, per
poter fuggire dalle grinfie della maga Casiolena. Amora non rimosse l'incantesimo dalla Norriss dopo la sconfitta di Casiolena; come risultato il corpo di lei possedeva ora la coscienza di
Brunhilde, il suo aspetto e i poteri mentre l'essenza mentale di Barbara Norriss giaceva nel corpo della Valchiria ad Asgard. Comunque, grazie alla parziale amnesia indotta dall'Incantatrice,
Brunhilde non era conscia di non essere attualmente in possesso del suo vero corpo e della totalità dei suoi ricordi.
Ma intrappolata nel corpo di Barbara la personalità di Brunhilde mancava di molta della sua abituale forza di volontà... finchè un guerriero asgardiano di nome Ollerus non tentò di conquistare il Valhalla, e l'ambivalenza della Valchiria emerse per la prima volta. L'essenza di
Brunhilde si scontrò con l'essenza della Norriss (entrambe intrappolate nei corpi non loro); alla fine il vero corpo della Valchiria, ancora posseduto dalla mente di Barbara Norriss, fu consegnato al Nifflehelm, il reame dell'aldilà abitato dagli spiriti dei caduti in maniera non eroica, mentre la mente di
Brunhilde (sempre in un corpo non suo) tornò sulla terra insieme ai Difensori, che la avevano accompagnata su Asgard.
Per qualche ragione nei mesi seguenti Brunhilde non cercò affatto di tornare nel suo vero corpo fino a quando il corpo di Barbara Norriss non fu ucciso; allora l'anima e la mente della Valchiria furono liberate. Con l'aiuto del Dr. Strange,
Brunhilde riguadagnò il suo vero corpo, salvato dal Niffleheim dall'Incantatrice. Tornata nel suo corpo riconquistò anche tutta la memoria e la sua abituale personalità: sconfisse quindi Amora e la intrappolò nello stesso cristallo delle anime dove era stata tenuta prigioniera. Sentendosi ormai estranea ad Asgard e ad Odino in particolare per averle negato per secoli la sua condizione,
Brunhilde scelse di tornare sulla Terra dai suoi amici mortali, i Difensori, ai quali si era unita in occasione della sconfitta di Casiolena e con i quali rimase fino al loro scioglimento definitivo.
Prima di ciò, Odino diede a Brunhilde la custodia della pericolosa e potentissima Dragoluna, con lo scopo di insegnarle l'umiltà. Così Dragoluna servì i Difensori insieme alla Valchiria, che sarebbe dovuta intervenire nel caso in cui Dragoluna
fosse tornata ad essere una minaccia; per qualche tempo sembrò ravveduta, ma più avanti ricadde nella malvagia influenza dell'entità aliena nota come il Drago della Luna ed
attaccò i Difensori. Brunhilde era stata investita di poteri temporanei da Odino per quell'evenienza (come crescere a statura gigantesca) e si scontrò con lei, chiamando in aiuto le valchirie, i Difensori stessi, Angelo e Nuvola. Con il loro aiuto, specie quello di Nuvola, misero in fuga Dragoluna.
Mesi dopo però la potente semidea tornò ad attaccare i Difensori, con maggior
potenza, accresciuta dall'Arcano. Per sconfiggerla, Brunhilde e l'Eterno chiamato
Intruso dovettero proiettarle contro la loro stessa forza vitale di immortali. Furono raggiunti dalla
componente dei Difensori Andromeda e da un loro vecchio nemico, Manslaughter, che si rese necessario per fare sì che le essenze vitali potessero essere incanalate in strumenti mortali
e sconfiggessero Dragoluna. A mani giunte, i quattro alleati scatenarono il tremendo potere combinato delle loro forze vitali sul Drago, su Dragoluna e su Gargoyle, manovrato anch'esso
dal Drago. Altri tre membri dei Difensori si allontanarono per salvare gli innocenti in pericolo e quando tornarono trovarono un desolante spettacolo:
Brunhilde,
Intruso, Andromeda, Manslaughter, Dragoluna e Gargoyle trasformati in statue di cenere e polvere, e nessuna traccia del Drago della Luna.
Qualche tempo dopo, quando il Dr. Strange fu in punto di morte, la sua forma astrale si sentì condurre attraverso i reami dell'aldilà e vide
Brunhilde, giunta per scortarlo. Strange rifiutò e dopo considerevoli sforzi riuscì a tornare in vita nel mondo dei mortali. Ma
Brunhilde riscoprì la via di Asgard ed il suo ruolo di scorta per gli spiriti degli eroi morti.
Successivamente Plutone, il dio greco dei morti, e la maga Lorelei diedero vita ad un complotto per sterminare tutti gli esseri umani per estendere su tutta la terra il regno
di Plutone. Per fare questo necessitavano del potere di una valchiria che evocasse gli spiriti dei guerrieri caduti e li mettesse al servizio di Plutone; trovarono quindi il modo di replicare l'incantesimo che venne usato su
Brunhilde e Barbara Norriss, che infondeva il potere della Valchiria in un corpo mortale, in questo caso nel corpo di un'abitante di New York. Plutone tradì la sua alleata Lorelei, intrappolandola sulla terra in un corpo simile a quello della Valchiria, e gettandola in uno stato di amnesia; la maga si credette quindi
Brunhilde e fu trovata da Nottolone, che aveva anch'egli militato nei Difensori. Egli la prese sotto la sua ala protettiva, nella speranza di aiutarla a guarire dal suo stato. Intanto i Difensori si scontrarono con Plutone. La nuova Valchiria e Lorelei (portata lì da
Nottolone) si scontrarono, finchè Lorelei non rivelò la sua vera identità: troppo tardi per impedire ai cancelli dell'Ade di spalancarsi sulla Terra e riversare le sue orde, fuori dal controllo anche dello stesso Plutone.
Brunhilde condusse una squadra di valchirie contro le orde e grazie ai Difensori le macchinazioni di Plutone vennero esposte a Zeus e l'ordine ripristinato.
Brunhilde diede quindi la sua benedizione alla nuova Valchiria, assieme alla spada Dragonfang e il cavallo alato Aragorn, incoraggiandola a combattere il male
assieme ai Difensori.
Creatori: Roy Thomas/John Buscema
Prima apparizione: Avengers Vol. I nr. 83 (In Italia su Mitico Thor Corno 97)